7 June 2025, Cronaca
Portrait (it)

’Surrogate Cities’ all’Alighieri. La città è una giungla di cemento

Il ritratto dell’universo urbano di Heiner Goebbels riletto oscillando tra jazz, pop, campionamenti ed elettronica. .

Non un primo piano fotografico della città, ma una “lettura” del testo-città che traduce in musica elementi della sua meccanica e architettura; un imponente ciclo orchestrale che invita il pubblico a scoprire nella musica uno spazio in cui entrare con il proprio bagaglio di idee e associazioni mentali. È questo, in breve, ’Surrogate Cities’ di Heiner Goebbels, ritratto dinamico, diversificato, multi-prospettico, vertiginoso e modernissimo delle città: oggi alle 21 al Teatro Alighieri, la nuova produzione di Ravenna Festival riporta in scena l’opera più nota del compositore – nonché regista teatrale fra i più influenti in Europa. Audace sperimentatore capace di muoversi fra classica e jazz, pop ed elettronica, suoni e rumori, improvvisazioni e campionamenti, Goebbels cura anche la mise en espace, firmando scene e luci con Norbert Ommer come sound director. A eseguire Surrogate Cities sono l’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Andrea Molino, i solisti Aurore Ugolin, John De Leo e Jack Bruce e Alípio Carvalho Neto ai sassofoni. L’appuntamento è possibile grazie al sostegno di Romagna Acque.

"Surrogate Cities è un tentativo di avvicinarsi al fenomeno della città da diversi punti di vista, di raccontare storie di città, di esporsi ad esse, di osservarle, è materiale sulle metropoli che si è accumulato nel corso del tempo – spiega Heiner Goebbels – Il lavoro è stato ispirato in parte da testi, ma anche da disegni, strutture e suoni; l’accostamento tra orchestra e campionatore ha giocato un ruolo considerevole per la capacità di quest’ultimo di immagazzinare suoni e rumori normalmente estranei alle sonorità orchestrali. Le associazioni che ho sono con un’immagine realistica, certamente contraddittoria, ma dopo tutto positiva della città moderna". Surrogate Cities è senza dubbio uno dei progetti più ambiziosi di Goebbels. Analisi della "giungla di cemento" in tutta la sua complessità e completa di flashback musicali e storici, il lavoro include parole di Paul Auster, Hugo Hamilton e Heiner Müller. Le citazioni sono una parte integrante dell’opera nella sua esplorazione delle dinamiche di potere e del potere dinamico delle città, ma le fonti letterarie e poetiche includono anche Quintiliano, Freud e Kafka.

on: Surrogate Cities (Composition for Orchestra)